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New
York - Dolce Vita & Neorealismo è la mostra fotografica CESENA – La “Grande mela” rende omaggio alla fotografia dell’epoca d’oro italiana, immortalata dallo sguardo di un fotoreporter romagnolo. “Dolce vita e Neorealismo” è la mostra fotografica di Giuseppe Palmas, esposta sino al 3 maggio a Soho Photo Gallery di New York. In mostra, una trentina d’immagini del fotografo scomparso prematuramente nel 1977, specchio di un’Italia che non c’è più, ma ancora vivissima nei ricordi. Il “debutto” a New York, si deve principalmente all’intraprendenza del figlio Roberto, e al di lui desiderio di rendere giustizia all’intenso lavoro del padre, che è stato cronista di un’epoca memorabile e irripetibile: “Questa mostra fa seguito a quella del 1995 alla Malatestiana di Cesena – ricorda Roberto – in quell’occasione, Simonetta, un’amica che viaggiava molto, lasciò scritto nel libro dei visitatori: queste foto non sfigurerebbero in qualsiasi parte del mondo. Da allora, è stato un mio obiettivo rendere visibili le foto di mio padre, i cui meriti non sono ancora stati sufficientemente valorizzati”. Roberto, oggi bancario, nato nel 1964, terzogenito dell’artista, dispone di un archivio di 80 mila scatti, con 4500 soggetti di cui 1400 nomi già elencati, come si può verificare sul sito www.fotopalmas.com La carriera di Giuseppe Palmas, nato a Cesena nel 1918, comincia quando, dopo le nozze con Alda Amadori, emigra nel 1946 a Milano. Città in cui diventa cronista prima, inviato speciale in seguito, per il Corriere Lombardo. Dopo la nascita della primogenita Daniela, nel 1949, apre un’agenzia di fotoreportage per la stampa. Ma negli anni ’50 è Roma la meta più interessante. Così nel 1953 si trasferisce nella capitale, dove rileva l’agenzia giornalistica di Marcello Maggiori e dove nel ’56 arriva il secondogenito Marco. Poi ritorna a Cesena dove nasce Roberto. A Cesena apre uno studio fotografico in corso Cavour in cui allestisce mostre di pittura. Perché
ha intitolato la mostra di suo padre Dolce Vita e Neorealismo? Che
parte ha avuto suo padre in quella doppia Italia? Quali
personaggi frequentò? Qualche
aneddoto? Perché
ritiene che nonostante l’intensa attività, Palmas sia rimasto
più in ombra di altri fotografi? La mostra si correda di un elegante catalogo in bianco e nero, curato da Roberto Palmas, tradotto anche in inglese. Claudia Rocchi |
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