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Savignano - Festival Foto, intervista al figlio Roberto,
curatore dell'immenso articolo archivio fotografico

La dolce vita di Giuseppe Palmas
30 anni di vita italiana nell'obiettivo
"Mi piace sottolineare che non aveva mai smesso di scrivere"

SAVIGNANO SUL RUBICONE - I volti perfetti e indimenticabili delle stelle del cinema e dello sport, ma anche di barboni e senzatetto, dallo straordinario archivio storico di immagini di Giuseppe Palmas (1918-1977), sono ora riscoperte come icone di un’epoca memorabile, quella tra “Dolce Vita” e del “Neorealismo” (oltre 80.000 le foto in totale, 4500 i soggetti).

L’impegno come amministratore dell’archivio di Roberto Palmas, figlio del celebre fotoreporter cesenate, per diffonderne le immagini attraverso la loro digitalizzazione e internet, ha fatto sì che la raccolta (3500 le foto ora in rete) sia divenuta una delle più consultate in rete, punto di riferimento per collezionisti, editori e riviste.

Roberto Palmas ha incontrato il pubblico durante Festival Foto a Savignano per raccontare come si è volto dalla realizzazione del sito alla consacrazione dell’opera fotografica del padre grazie alla personale allestita lo scorso anno a New York e segnalata dal New York Times, successivamente presentata alla Malatestiana di Cesena.

Al termine lo abbiamo incontrato per chiedere ancora ricordi, come flash di 30 anni di vita italiana sotto l’obiettivo di Giuseppe Palmas. Un reporter, precisa, che fu prima di tutto giornalista, avendo iniziato l’attività nel 1946 a Milano come cronista. “Mi piace sottolineare che non aveva mai smesso di scrivere, e alla fine della sua carriera, quando tornò a Cesena, sentendolo come un ritorno alle origini, la sua intenzione era di scrivere un libro di memorie.

Quella è stata certamente un’epoca irripetibile, perché l’Italia si risvegliava dopo anni di sofferenza ed emergeva l’italianità più vera, piena di voglia di vivere. Quando alla fine degli anni ’60 quel periodo è finito, lui è tornato a casa” . Perché ha unito nel titolo della mostra Dolce Vita & Neorealismo? “Può sembrare in contraddizione, ma forse per la sua provenienza dalla ‘nera’, amava riprendere anche barboni, senza tetto, persone indigenti, e per lavoro e foto dei divi.

Ma non fu un ‘paparazzo’ e di molti di questi personaggi era diventato amico, come Walter Chiari, Giovanni Guareschi, che fu il padrino di battesimo di mia sorella Daniela, Arnoldo Foà, Vittorio Bonicelli, Claudio Villa (che ritrasse in un migliaio di foto). La sua romagnolità forse lo aiutava molto in questo”.

Roberto Palmas sta ora preparando la prima opera monografica importante su Giuseppe Palmas con 450 foto, che uscirà in Germania nel 2006, e progetta una nuova, importante personale in Italia.

Recenti riconoscimenti sono giunti durante la presentazione all’Hotel Excelsior di via Veneto del volume Che belle le ragazze di via Margutta di Giampiero Mughini, che vede immortalato nella prima di copertina il volto splendido di una giovane Elsa Martinelli. “Ho voluto scegliere la foto di un fotoreporter straordinario, ha detto Mughini. Elsa Martinelli, pure presente, ha voluto ancora una volta far giungere un ringraziamento in ricordo di Palmas, che aveva saputo coglierla ‘in un foto vera’, non in posa, ma in un momento in cui si stava preparando per girare”.

Marcello Tosi

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