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L'evento - Le foto di Palmas a New York
Un fotoreporter cesenate racconta la Dolce Vita
New York scopre il fotoreporter cesenate della Dolce Vita

Cesenatico gli ha chiuso le porte, New York le ha spalancate e Roberto Palmas, 39 anni, bancario esperto in Web, è elettrizzato dall'idea di portare (dal primo aprile al prossimo 3 maggio) l'arte fotografica e di vita di suo padre Giuseppe alla 'Soho Foto Gallery'. Così la Grande Mela potrà capire meglio il cuore e il fascino dell'Italia della rinascita con una mostra che focalizzerà trenta fotografie del fotoreporter cesenate scomparso 26 anni fa. E il titolo sintetizza un obiettivo ben preciso: «Dolce Vita e Neorealismo, contraddizioni dell'Italia del dopoguerra viste attraverso l'occhio di Giuseppe Palmas». Sarà un assaggio suggestivo e indicativo delle 200 immagini già esposte nel '95 nell'esposizione alla Malatestiana e in quella di sei anni dopo a Ravenna.

Roberto, lei da New York cosa si aspetta?
«Di far conoscere l'arte di mio padre, un fotoreporter che ha lavorato nell'ombra. Di portare il suo nome ai livelli del suo collega Secchiaroli che, rispetto a lui, ha avuto maggiore visibilità apparendo in un film da leggenda come la 'Dolce Vita'.

E per conquistare gli americani su cosa punterà?
«Il materiale è già stato scelto: trenta immagini, dieci sulla Dolce Vita, le altre sul neorealismo».

Le hanno chiesto qualche personaggio in particolare?
«Sì, Hitchcock, Sordi, Fellini, la Masina, Bogart. Tutti grandi attori e registi che fanno parte del 'patrimonio' di mio padre: 80mila fotografie, 30mila sulla Dolce Vita, 25mila su temi sociali, le altre di cronaca. Però....»

Però?
«A New York porterò anche tre foto che ritraggono pescatori di Cesenatico, una realtà che mio padre ha amato tanto».

Cesenatico però a lei ha dato un dispiacere.
«Speravo di organizzarvi una mostra, i contatti con il Comune ci sono stati, i presupposti parevano buoni poi non se ne è fatto nulla. Peccato, il materiale è interessantissimo: Dario Fo, Giorgio Ghezzi, Marino Moretti, Walter Chiari».

Ma chi era Giuseppe Palmas, un paparazzo?
«No, non rubava foto. Spesso le scattava nelle abitazioni dei divi: Sophia Loren ad esempio l'ha ritratta nel bagno di casa».

Era amico delle star?
«Sì, aveva stima e affetto con Fred Buscaglione, Claudio Villa, Alberto Lupo, Giovannino Guareschi che è stato padrino al battesimo di mia sorella Daniela».
Ora è lei a gestire il suo archivio.
«Sto preparando il catalogo. Anzi avevo chiesto a Sophia Loren, che mio padre fotografò più volte, una prefazione: ha chiesto una montagna di dollari per poche righe».

Lei le vende le foto di suo padre?
«Lo farò anche a New York ma solo a tiratura limitata, trenta riproduzioni. Sto sistemando il sito, www.fotopalmas.com».

Cosa rappresentava Cesena per Giuseppe Palmas?
«Tanto, anche se lavorò a lungo con la sua agenzia fotogiornalistica a Roma e Milano. Ma nella sua città volle tornare dopo la mia nascita avvenuta nel '64. Qui aprì uno studio fotografico in corso Cavour. Cesena per lui è sempre stata Cesena».

Però è poco ricordato?
«Vero, spero tanto che gli venga dedicata presto una via o una piazza».

Luca Serafini

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